"Grazie anche al generoso contributo del nipote, Giuliano Bedeschi, che ringrazio di cuore anche a nome del Sindaco," continua l’Assessore alla cultura Pieropan, " il capolavoro dello scrittore nato ad Arzignano sarà donato ai primi cento studenti che si dimostreranno interessati. In un secondo momento altre copie verranno regalate agli Arzignanesi che ne faranno richiesta."
Le copie saranno disponibili presso la Biblioteca Civica "G. Bedeschi" per gli studenti delle scuole primarie di secondo grado e delle secondarie residenti ad Arzignano. Una copia di "Centomila gavette di ghiaccio" sarà consegnata gratuitamente ai ragazzi che si presenteranno personalmente in Biblioteca.
Sarà comunicata in un secondo tempoo la disponibilità di copie che potranno essere ritirate gratuitamente da tutti i residenti, di qualsiasi età.
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Biografia:
Primo dei quattro figli di Elisa Belli e Edoardo Bedeschi, funzionario del Provveditorato agli Studi, Giulio nasce ad Arzignano il 31 gennaio 1915. A Vicenza frequenta le scuole del Patronato “Leone XIII” e il liceo classico “Antonio Pigafetta” insieme a quelli che saranno poi gli amici di una vita, da Gianni Pieropan a Mariano Rumor. I trasferimenti del padre, prima a Venezia e poi a Forlì, portano Giulio a terminare gli studi di Medicina, già iniziati a Padova, presso l’ateneo bolognese. Nel 1940 ottiene l’abilitazione alla professione e termina la Scuola Allievi Ufficiali presso la Scuola Militare di Sanità di Firenze. Sottotenente dell’Esercito, è chiamato a far parte di una commissione medica incaricata di esaminare i giovani soldati in partenza per il fronte greco-albanese. L’esigenza etica della condivisione e della solidarietà, valori cardine delle figure di fanti e alpini poi ritratte nei suoi libri, lo spinge ad arruolarsi come volontario e a partire, di lì a pochi anni, per quello stesso fronte.
Al seguito dell’ARMIR, subentrato al precedente Corpo di Spedizione Italiano in Russia, che amplia il coinvolgimento dell’Italia nella già difficile campagna militare, dall’estate del ’42, raggiungendo il fratello minore Giuseppe, Giulio viene trasferito nella steppa russa, dove rimarrà ininterrottamente fino al momento della ritirata. Da questa esperienza trarrà materia e ispirazione per la stesura di Centomila gavette di ghiaccio. Il manoscritto, steso tra il 1945 e il 1946 e rifiutato per 18 anni da numerose case editrici, viene edito nel 1963 per i tipi di Ugo Mursia nella collana “Testimonianze tra cronaca e storia. Guerre fasciste e Seconda Guerra Mondiale”. Il successo di pubblico è immediato e nel 1964 gli viene attribuito il Premio Bancarella. La notorietà raggiunta significò per Bedeschi un deciso incremento nell’impegno letterario, con collaborazioni a varie testate giornalistiche quali L’Europeo, Gente, Storia illustrata, e partecipazioni a conferenze e giornate studio. Non rinunciò mai, però, all’esercizio della professione di reumatologo, dapprima a Brescia, città in cui aveva domicilio e dove nel 1955 si era sposato con Luisa Vecchiato, poi, dal 1960, a Milano dove aveva fondato e diretto il Centro Polispecialistico Reumatologico.
Nel 1966 esce Il peso dello zaino che costituisce un unico blocco narrativo con Centomila gavette di ghiaccio ed è la prosecuzione in terra italiana delle vicende dei reduci della tredici (batteria del gruppo “Conegliano” nella quale Giulio combattè) dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943.
Di lì a breve seguiranno altri due nuovi titoli: La rivolta di Abele del 1972 e La mia erba è sul Don.
Il primo tra questi risulterà vincitore del premio letterario Città di Bergamo nel 1973 e, nel 1974, del premio Maria Cristina offertogli da una giuria di oltre 3000 donne abitanti in tutte le regioni d’Italia. Lungo tutti gli anni Settanta e Ottanta, Bedeschi, sempre in collaborazione con la casa editrice Mursia, progetta e realizza una nuova esperienza editoriale divenendo il curatore della serie dei volumi “… c’ero anch’io”, monumentale raccolta di testimonianze di coloro che furono protagonisti diretti nei vari fronti della Seconda Guerra Mondiale.
Nel settembre 1990, dopo la lunga parentesi lombarda, Bedeschi rientra in Veneto, a Verona, dove si spegne nel dicembre dello stesso anno.
La sua opera fu sempre connotata dalla necessità di definire, per l’uomo, un perimetro di appartenenza comune che escludesse rancori e faziosità in nome di un più alto senso di fratellanza e solidarietà.
I libri di Giulio Bedeschi posseduti dalla biblioteca:
Prigionia: c’ero anch’io, Mursia, 1990
Centomila gavette di ghiaccio
Fronte d’Africa: c’ero anch’io, Mursia, 1979
Fronte greco-albanese: c’ero anch’io, Mursia, 1999
Fronte italiano: c’ero anch’io, Mursia, 1993
Fronte russo: c’ero anch’io, Mursia
Fronte yugoslavo-balcanico: c’ero anch’io, Mursia, 1986
Medicina: guerra alle malattie
La mia erba è sul Don
Il Natale degli Alpini
Nicolajewka: c’ero anch’io
Il peso dello zaino, Garzanti, 1963
Il segreto degli Alpini, Mursia, 2004
Studi su Giulio Bedeschi:
Benito Gramola, La 25^ brigata nera A. Capanni e il suo comandante Giulio Bedeschi, Cierre, 2005
Cesare De Laugier, Gli italiani in Russia: 1812, 1941-1943, Mursia, 1980
Enzo Isaia, Noi Alpini, Mursia, 2005
Giovanni Lugaresi, Tornare a Nikolajewka: uomini e fatti di guerra e di prigionia, MUP, 2005
Marco Mondini, Alpini: parole e immagini di un mito guerriero, Laterza, 2008
Igor Sibaldi, Come leggere la neve, la pace, la guerra (Centomila gavette di ghiaccio, Il peso dello zaino), Mursia, 1979
Giulio Bedeschi: note bio-bibliografiche, a cura della Biblioteca civica Bertoliana di Vicenza, 2001
A.N.A. Sezione di Milano, Dispersi nel silenzio, prossimi alle stelle: in ricordo di Giulio Bedeschi, 2001
Articoli e contributi apparsi su riviste:
Filippo Lovato, Bedeschi, cuore di vero alpino, da Il Gazzettino del 24/04/2005
Stefano Vicentini, Centomila e dintorni, da Il Giornale di Vicenza del 22/12/2010
Bepi De Marzi, Giulio Bedeschi, da Il Chiampo del 01/03/1978
Angiolino Carlini, Giulio Bedeschi: “Centomila gavette di ghiaccio”, da Monterosa del 01/01/2004
Giulio Bedeschi: la guerra di uno scrittore non professionista, da Il Giornale di Vicenza del 23/04/2005
Il capolavoro di Giulio Bedeschi, da Il Chiampo del 13/09/1963
Bepi De Marzi, La Luce di Bedeschi che sa ricondurre all’intimità delle case, da Il Giornale di Vicenza del 07/05/2011
Daniele Concato, Paolo Rolli, Penna tra le penne: Bedeschi, medico scrittore della Julia, da Il Giornale di Vicenza del 14/05/2007
Vicenza ha intitolato una via allo scrittore Giulio Bedeschi, da Fare Impresa del 08/07/2005
Giulio Bedeschi, Voci della montagna de “I Crodaioli”, da Il Chiampo del 01/03/1967
Tesi di laurea:
Valentina Marchi, Centomila gavette di ghiaccio di Giulio Bedeschi e la sua fortuna editoriale, Università degli studi di Verona, A.A. 2008/2009
Alpino de la Julia
prendi scarpe nuove;
quelle che porti ai piedi
nessuno più le vuole:
mancan le stringhe
non ci son più le suole.
Chi le ha rubate?
Il fango de l’Albania.
O Veci, che si’ morti
su i sassi de le Tofane
ve par che semo stai
in gamba anca noialtri?
I ne ciamava “i santi de l’Albania”
ma no xera vero:
semo soltanto i fioli vostri
i fioi de le montagne de l’Italia.
Alpino de la Julia
mostraci le tue mani:
una la sembra sana
ma l’altra marca visita:
mancan le unghie
non ci son più due dita.
Chi le ha rubate?
Il ghiaccio de la Russia.
O Veci, che si’ morti
su i sassi de le Tofane,
ve par che semo stai
in gamba anca noialtri?
I ne ciamava “i martiri del Don”
ma no xera vero:
semo soltanto i fioli vostri
i fioi de le montagne de l’Italia.
Alpino de la Julia
tua madre aspetta ancora:
dicevi di tornare
non sei tornato più…
Lunga è la strada
che porta fin lassù.
Chi ti ha rubato?
La neve della steppa.
O Veci, che si’ morti
su i sassi de le Tofane,
ve par che semo stai
in gamba anca noialtri?
La vostra strada
scambiata con la nostra
strada de casa:
semo soltanto i fioli vostri
i fioi de le montagne de l’Italia.
Questa canzone è stata scritta da Giulio Bedeschi al termine della campagna greco-albanese e poi completata in Russia, nell’autunno-inverno del 1942.i commilitoni del Gruppo Conegliano della Julia la cantavano al fronte.