Il sindaco Alessia Bevilacqua e l’assessore alla soluzione fanghi Giovanni Fracasso:
Oggi apprendiamo da Acque del Chiampo che la gara europea per la soluzione dei fanghi è andata deserta.
Nonostante all’inizio dell’iter si fossero registrati ben 15 possibili operatori interessati, e ben 3 richieste di proroga concesse e nonostante una gara del valore di 530 milioni di euro, il fatto oggettivo che nessun operatore economico, abbia valutato tecnicamente ed economicamente interessante partecipare alla gara, lascia lo spazio per affrontare con il massimo grado di approfondimento ogni riflessione possibile.
La prima riflessione che bisogna però fare, pone il quesito se ad oggi esista una tecnologia sufficientemente matura in grado di gassificare con adeguate certezze tecniche e con la necessaria sostenibilità economica, l’attuale fango di origine conciaria, che se da un lato ha un elevato potere calorifico, (13.500 kJ/kg) dall’altro ha un importante contenuto di metalli tra cui il cromo totale (20.800 mg/kg) e il ferro (17.200 mg/kg), rendendo di fatto questo rifiuto unico al mondo.
La Questione della tecnologia è molto complessa e in questi anni, abbiamo registrato diversi punti di vista tecnici e scientifici, a volte completamente contrastanti tra loro.
Infine sarà necessario capire perché, dopo quasi un anno di pubblicazione della gara in cui Acque del Chiampo ha registrato oltre 15 richieste di informazioni e 3 richieste di proroga della scadenza, al momento della presentazione delle offerte, nessuno di questi operatori abbia presentato un’offerta.
Non è da escludere che l’attuale incertezza dei mercati dovuta alla pandemia Covid-19 possa aver svolto un ruolo non secondario sugli esiti della gara.
Per quanto riguarda invece la localizzazione dell’ipotetico impianto fuori dall’ovest Vicentino, è importante specificare che il terreno economicamente incideva meno del 0,8% sull’intera operazione finanziaria, (l’area di realizzazione impattava solo 4,2 milioni di euro sui 530 milioni di euro totali), e le eventuali spese di trasporto fino a 250 km (Slovenia, Piemonte, Emilia Romagna…) sarebbero state integralmente pagate da Acque del Chiampo.
Pertanto tutte le possibili e complesse criticità di questa gara deserta dovranno essere analizzate nel dettaglio.
In questi mesi però, come Amministrazione Comunale non siamo stati fermi, e ho personalmente attivato diversi confronti per capire e riflettere anche su quali potessero essere le criticità, le soluzioni e le alternative più concrete e fattibili nel caso in cui dalla gara per l’impianto fanghi non fossero emerse soluzioni.
Infatti diversi sono stati gli incontri con comitati ambientalisti, imprenditori e specialisti del settore, con l’obiettivo di capire quali alternative potessero essere praticabili, fattibili e sicure.
Grazie a questo lavoro di ascolto, valutazione e sintesi, penso sia giunto il momento di provare ad investire le nostre energie su un nuovo approccio metodologico che dovrà riguardare 2 importanti aspetti:
A) riduzione dei quantitativi totali di fanghi prodotti
B) miglioramento della qualità del fango
Nei prossimi giorni parlerò con Acque del Chiampo, perché già per settembre, vorrei fosse sviluppato con velocità un ampio piano d’azione, di investimenti, ricerca e sperimentazioni immediate sviluppate su 6 diverse linee operative nelle quali servono progetti e sperimentazioni immediate:
1. Riduzione del 50% dei fanghi prodotti attraverso ottimizzazioni depurative
2. Recupero dell’80% del Cromo totale
3. Recupero del pelo dai calcinai (per abbattere la componente di parte organica)
4. Abbattimento dei Pfas dagli scarichi conciari
5. Separazione a piè d’azienda delle linee acide/basiche (bagni calcinaio/concia) con recupero della componente proteica e riduzione degli odori
6. Ottimizzazione della vita dell’attuale discarica
Al tavolo di lavoro ritengo fondamentale partecipino i rappresentanti dell’imprenditoria conciaria e i migliori esperti in materia di tecnologia depurativa.
Se l’attuale fango della concia di Arzignano chimicamente così come è composto non può essere trattato, significa che è tempo di pensare a come ridurne la quantità e migliorarne la qualità al fine di poterlo recuperare poi con altre metodologie.
La conceria del futuro, che vogliamo continui a prosperare in Arzignano, dovrà porsi il tema della SOSTENIBILITA’ a piè di fabbrica, incentivare la riduzione degli impatti e favorire il recupero e il riciclo secondo i nuovi principi dell’ ECONOMIA CIRCOLARE.