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Bilancio: risparmiati 27.000 € di interessi

Nonostante le continue virtuosità dell’amministrazione arzignanese, lo Stato è arrivato a richiedere al comune oltre 6,5 milioni di euro in un anno

Nel corso della seduta del Consiglio Comunale dello scorso 24 settembre è stata approvata la verifica degli equilibri di bilancio, atto fondamentale nella vita amministrativa dell’ente, con la quale si verifica la tenuta della programmazione fatta.
“I conti di Arzignano sono in ordine” commenta l’assessore al bilancio Angelo Frigo. “Anzi, abbiamo realizzato una significativa riduzione dei costi dell’apparato amministrativi (sindaco, assessori e consiglieri) pari a 7.000 euro, ed una riduzione di 27.000 euro degli interessi che il comune paga sullo stock di debiti ereditati grazie a delle ottimizzazioni”.

Aumentano ancora, ad oltre 6,57 milioni di euro l’anno, i soldi che lo Stato chiede al comune di Arzignano.

“Roma ha chiesto ad Arzignano di versare 2.145.000 euro per contribuire al fondo di solidarietà, ritornandocene 1.275.000 e trattenendosi 870.000 euro. A questi vanno aggiunti anche i 3.700.000 euro che lo Stato si trattiene direttamente dall’IMU versata dai cittadini di Arzignano e i 2.000.000 di IMU prima casa che non ci viene più restituita, per arrivare all’astronomica cifra di 6.570.000 euro divorati dallo Stato”. 
A risentirne principalmente è la programmazione. “Subiamo tagli continui nel corso dell’anno, com’è accaduto recentemente con i 138.627 euro che abbiamo dovuto versare allo Stato per pagare il bonus Renzi di 80 euro, oppure gli 82.000 euro che ci sono stati tolti non si capisce bene per quale ragione: sacrifici che ci vengono imposti in corso d’anno, a bilancio approvato, senza possibilità di fare alcuna scelta. Ad oggi siamo riusciti ad assorbire le perdite grazie ad una gestione sana. Ma quanto potremo ancora continuare così?”.

“Far quadrare il bilancio senza ridurre i servizi e senza aumentare le tasse diventa ogni anno sempre più complicato” conclude il Sindaco Gentilin. “Roma è insaziabile e capricciosa. Dovrebbe imparare a risolversi da sola i problemi, senza scaricarli sulle tasche dei cittadini e sulle casse dei comuni”.

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