12 – 24 gennaio 2015, Biblioteca Civica G. Bedeschi
Esposizione dell’Artista
TONY GALLO
Pensavo di poter volare
Sedici le opere in esposizione di questo artista padovano, classe 1975, che racchiude in sé non solo anime diverse, ma anche due identità: il suo vero nome è infatti Alberto Tonello. «Nasco musicista: ho suonato la chitarra nel gruppo Stato Bardo, a partire dagli anni Novanta» racconta. «Siamo stati gruppo spalla dei Linea 77, band torinese di alternative metal. Ho sempre studiato musica a modo mio, da autodidatta: per scelta e testardaggine, perché credo che seguire le istruzioni ti chiuda la porta del sogno». Disegnare gli è sempre piaciuto e così, dopo lo scioglimento del gruppo nel 2007, si mette alla tela e sperimenta una nuova forma espressiva. «Il primo schizzo? Avevo già 32 anni e rappresentava me: le orecchie quadrate, ormai segno distintivo delle mie opere, stanno a significare il volermi distaccare dalla negatività del quotidiano, come a dire “mi tappo le orecchie di fronte al male”». A far vibrare le corde di questo artista, che si muove del tutto a proprio agio fra materiali quali acrilico, bombolette spray, tele, stencil e che non disdegna la street art, anche la passione per il cinema. «Ho scelto il mio pseudonimo ispirandomi a un attore che amo molto, l’americano Vincent Gallo: anche lui, come me, non si limita a un solo ambito artistico, ma si esprime pure nella fotografia e nella musica». “Pensavo di poter volare” è una mostra che vuole sottolineare la scelta, sempre e comunque libera, di Gallo. Fra le opere alcune tele che rappresentano uomini stilizzati ed eterei, a volte ritratti mentre vengono sollevati verso l’alto da palloncini. A vincere è il colore: forte, immediato, vivace. Il cuore è un altro tratto caratteristico dell’artista: «corrisponde al mio momento “love” pittorico. In questi anni d’arte mi sono ispirato, tra gli altri, al pittore e disegnatore australiano Anthony Lister e ai gemelli graffitari brasiliani Os Gemeos. A Padova sono stato accostato a Kenny Random, che è un caro amico, ma siamo davvero due cose diverse. Per me la street art è un bel modo di sfruttare e rendere migliori luoghi della città dismessi o che devono essere demoliti. Mi piace l’idea di contaminare: l’arte può avere anche queste forme, sono l’essenza della contemporaneità. In futuro mi piacerebbe confrontarmi anche realtà europee».
Alla mattina, durtante il periodo dell’esposizione, sarà presente Ronald Menti, operatore culturale dell’Università Adulti-anziani di Arzignano, che accompagnerà i visitatori interessati e li informerà sul contenuto della mostra.