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Mostra di Renato Guerrino Ziggiotto in Biblioteca

Retrospettiva: mostra di Renato Guerrino Ziggiotto. In Biblioteca dal 27 Agosto al 13 Settembre 2016

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Biblioteca Civica
27 Agosto – 13 Settembre 2016

Renato Guerrino Ziggiotto

Retrospettiva
pittura, scultura e grafica

 

Il mondo fornisce soggetti e uno spazio in cui iscriverli.
L’intento dell’artista vicentino è forse proprio quello di rappresentare questa verità, tanto ovvia ma altrettanta multifacciale.
La sua arte infatti scorre tra il figurativo e il visionario, mescolando in pari dosi la fantasia e l’osservazione della realtà.
Lo spazio viene costruito su linee diagonali o verticali, orizzontali o circolari, non lasciando alcun posto all’irregolarità.
Vibrazioni di toni che sfumano in colori chiari e piacevoli, mai cupi e angoscianti, sono racchiuse da segni leggeri.
Le linee individuano delle forme geometriche, rintracciabili quasi sempre nel triangolo, nel quadrato e nel cerchio, che talvolta si dispongono a creare una certa prospettiva, talvolta invece annullano la profondità, come schiacciando l’ordinaria composizione sotto un vetro di cristallo.
Poi nello spazio si aggiungono la luce, simbolo di vita, e ancora figure umane e dove esse mancano compaiono immagini di spirali che riportano alla formazione delle primitive forme di vita.
I corpi che l’artista riproduce sono sinuosi ma disumanizzati, sono infatti dei manichini, forse simbolo della vacuità moderna e dell’uomo-maschera o ancora “dell’atelier” del pittore o in senso più ampio della sua arte, come momento di fuga e distacco dal mondo per conservare la propria immaginazione.

Patrizia Ranieri

La partenza è dalla natura, cioè dall’oggetto visibile: magari una dolce figura femminile o, addirittura, una Deposizione. Poi è come se Ziggiotto chiudesse gli occhi: e trasfigurasse l’immagine che s’era formata sulla retina. La mente riorganizza la fenomenologia ottica e, attraverso i gangli nervosi del cervello, la inquadra in coordinate razionali. E’ un processo di sintesi che dalla scienza passa all’arte. Ecco allora formarsi delle strutture pittoriche organicamente ben definite, plausibili nella cadenza della forma e del colore, estrose e nel contempo legate alla geometria di base. In esse il nucleo allusivo resta intatto, anche se si stenta a percepirlo chiaramente o se, talora, esso rimane allo stadio larvale, fors’anche ambiguo. Ma è proprio in questo sforzo di reinvenzione a cui la pittura ci spinge, anzi ci sollecita, che sta la suggestione dei quadri dell’artista arzignanese. Essi rimangono al bivio: sono splendide composizioni orchestrate con gusto, e nel contempo motivi per una fuga della fantasia. Ecco uno dei punti salienti della cultura moderna: l’evocazione. Siamo noi ad evocare ciò che Ziggiotto, con intelligenza e gusto, ci pone di fronte: ed è un conforto per la nostra mente inquieta e nevrotica, punto d’arrivo di una specie di sogno ad occhi aperti. Le cadenze armoniose del colore aggiungono quel timbro simbolico da cui si diparte la scala della nostra immaginazione.

Paolo Rizzi

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