Lo scopo dell’iniziativa delle "case dell’acqua", avviata nel 2012, è di promuovere l’uso dell’acqua pubblica di rete, come bene da rivalutare anche grazie ad impianti distribuiti sul territorio, che consentono ai cittadini di ridurre l’acquisto di bottiglie monouso e, di conseguenza, la quantità di plastica immessa nel mercato, oltre che l’inquinamento generato dai mezzi per il trasporto delle bottiglie stesse.
La tecnologia adottata negli impianti è tale da mantenere inalterate le qualità dell’acqua dell’acquedotto garantendo il più elevato grado sicurezza dal punto di vista igienico sanitario fino al punto d’uso. In tutte le "case" è presente un sistema di microfiltrazione meccanica a 50 micron, in grado di trattenere eventuali micro sostanze disciolte, come ad esempio ferro, limo, sabbia e ruggine, senza modificare le caratteristiche organolettiche dell’acqua erogata.
Nelle "case" installate presso i Comuni di Arzignano, Brendola, Chiampo, Lonigo e Montorso sono presenti filtri con tecnologia Precoat a carboni attivi (PAC), in grado di abbattere anche le sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) eventualmente presenti.
Nel corso dell’ultimo anno, il volume erogato dalle due casette già installate ad Arzignano è stato complessivamente pari a circa 300.000 litri.