La Giunta Comunale di Arzignano si è impegnata, con una recente determinazione, ad avviare e sostenere azioni, sia a livello regionale che nazionale, volte a sensibilizzare le istituzioni ad realizzare un serio piano d’azione per contrastare la diffusione della cimice cui debbono corrispondere adeguate coperture finanziare al pari della altre calamita che hanno colpito il Paese. A tal fine ha anche incaricato il Dirigente del servizio Economico-Finanziario a porre in essere i necessari provvedimenti volti a portare avanti tali determinazioni.
La Coldiretti Veneto ha recentemente presentato, infatti, un documento dal titolo “Piano di azione per contrastare la diffusione della Cimice asiatica in Veneto” che fornisce un quadro della situazione attuale e delle ipotesi di azioni volte a contrastare la diffusione del parassita che è oramai ubiquitario in Veneto, interessando sia il settore agricolo, per i danni arrecati in particolare alle colture specializzate frutticole, che la popolazione stessa, atteso che il parassita in parola pratica lo svernamento come adulto specialmente rifugiandosi nei fabbricati presenti sia in campagna che nelle aree urbane.
L’invasione della cimice marmorata asiatica sul territorio italiano (Halyomorpha halys) è in atto da alcuni anni e rappresenta un elevato livello di pericolosità per l’agricoltura italiana, in particolare per le colture frutticole.
Si tratta infatti di un insetto polifago che, pur originario dell’Estremo Oriente, da alcuni anni si è insediato stabilmente in Italia e sta arrecando gravi danni alle coltivazioni di molte regioni, specie nel Nord, diffondendosi rapidamente anche alle regioni del Centro.
Nel nostro comune la presenza di attività frutticole e il livello di specializzazione delle aziende, data il livello di pericolosità del patogeno, sta compromettendo in modo significativo la redditività delle aziende frutticole, esponendole a rischi anche di natura finanziaria che rendono necessario il varo di un programma nazionale e regionale di contrasto alla diffusione della Cimice asiatica.
L’anno in corso si contraddistingue per una netta recrudescenza degli attacchi di cimice non solo in Veneto. I frutticoltori denunciano infatti che, pur avendo condotto la lotta fitosanitaria al fine di contenere la Cimice asiatica nel miglior modo possibile, si è notato come dopo la fase di allegagione, si sono manifestati attacchi massicci che hanno comportato deformazioni e l’arresto della crescita del frutto.
Alcune varietà di pere sono state completamente devastate dall’insetto, così come le varietà di mele precoci. Notevoli danni si sono manifestati sulle pesche e nettarine e già ora sono molto evidenti sul kiwi i fenomeni di cascola anticipata. A fine raccolta, si aggiungeranno sul kiwi i danni sui frutti arrivati a maturazione. Considerato che non essendo ad oggi il danno da cimice assicurabile, con l’evidenza che difficilmente lo sarà in futuro data l’entità e, di conseguenza, l’ammontare del premio necessario per coprire gli indennizzi, deve considerare almeno la possibilità di attivazione dello stato di calamità ai sensi del D.Lgs 102/2004 per l’attivazione delle misure quali contributi a fondo perduto di compensazione e delle misure accessorie previste dalla normativa (sgravi contributivi, fiscali, prestiti agevolati) che possano permettere alle aziende di superare questo particolare momento di crisi al fine di evitare la chiusura di numerose aziende con conseguenze nefaste per l’economia delle aree frutticole.
La Regione del Veneto ha stanziato la somma di euro 200.000 a valere sulla legge regionale n. 40/2003 per azioni volte a contrastare la diffusione della cimice asiatica, cifra che, peraltro, appare insufficiente. Considerato che si tratta, quindi, a tutti gli effetti, di una vera e propria calamità, si ritiene che a fronte della situazione, tranne alcune meritevoli eccezioni, manchi una strategia regionale e nazionale in grado di contrastare la diffusione di questo parassita cosiddetto “alieno”. Ritenuto che il Comune possa, nell’ambito delle proprie funzioni, e anche attraverso l’ANCI, attivare azioni, sia a livello regionale che nazionale, volte a sensibilizzare le istituzioni ad avviare un serio piano d’azione per contrastare la diffusione della cimice cui debbono corrispondere adeguate coperture finanziare, così come proposto nel documento citato al primo punto della presente.