I cinque rintocchi del campanile comunale di Arzignano, nel Vicentino, saranno il segnale che darà il via, il pomeriggio di sabato 23 settembre, a “Cento Voci per Giopi”, un breve e intenso evento musicale nel giorno in cui avrebbe compiuto 26 anni Giovanni de Marzi, giovane vittima della strada lo scorso aprile mentre tornava a casa dopo l’incontro in parrocchia per organizzare il campeggio estivo per i ragazzi.
Nata dal desiderio di amici e familiari di stare insieme con Giopi, come affettuosamente lo chiamano, nel giorno del suo compleanno, l’iniziativa in soli 2 giorni dal lancio ha visto raddoppiare le adesioni, tanto che per sabato si prevedono presenze oltre ogni aspettativa. «Si sente, quasi si tocca il bene per Giovanni. Si capisce che lui sapeva voler bene», il commento degli organizzatori lunedì sera alla prova generale.
Maglietta bianca e spilletta dell’evento sul petto, dunque, sabato alle 17:00 in punto oltre 200 persone, il doppio rispetto alle 100 previste, si disporranno in semicerchio in piazza Libertà e canteranno «La calma dopo il temporale», composta proprio da Giopi, mentre altri tra amici, familiari e conoscenti, arrivati non solo da Arzignano e dal Vicentino, ma anche da diverse zone del Veneto e da altre regioni d’Italia, si uniranno intorno cantando o con la semplice presenza. Un delicato sostare della durata di una canzone, a cui partecipa un’intera comunità, che in questi 5 mesi dalla morte di Giovanni non ha smesso di far sentire ai genitori Giovanna e Luca e al fratello Luigi, la propria costante vicinanza sincera e affettuosa.
L’idea di cantare in tanti una canzone di Giovanni, “La calma dopo il temporale”, e di farlo nel luogo più importante e centrale della sua città, affinché sia visibile e aperto alla partecipazione di tutti, è scaturita dal chiedersi, mesi fa, come stare insieme a Giopi in questo giorno. Allora, il pensiero di amici e familiari è andato subito a ciò che amava di più: l’amicizia sincera, la musica, lo stare in compagnia, l’educazione dei ragazzi, i viaggi in moto, il campeggio parrocchiale, le azioni di solidarietà, il rispetto e la cura dell’ambiente. Da qui l’idea di cantare in tanti. «Giopi», spiegano i suoi compagni di animazione giovanile e di campeggio parrocchiale, «è il morbido abbraccio di un vecchio maglione, Giopi è il sorriso dietro la malga e la chiacchiera che scalda più del falò, Giopi è la colonna sonora del campeggio, Giopi è musica e 100 voci in una sola. Giopi è il nostro fuoco che brucia anche col temporale».
Nasce così «Cento voci per Giopi», coinvolgendo tanti, soprattutto giovani, nell’organizzazione dell’evento. Chi ha chiesto le autorizzazioni, chi ha ideato e realizzato la locandina, chi le spillette, chi ha curato l’accompagnamento musicale al piano, chi si è incaricato dell’audio e chi delle fotografie e del video dell’evento, chi ha raccolto le adesioni, chi si è occupato dei socia, chi ha organizzato l’accoglienza in piazza. Mentre tutti ascoltavano e cantavano la canzone per prepararsi al 23 settembre, quando insieme canterano Giovanni.
«In piazza con noi ci saranno altri genitori a cui la morte ha tolto un figlio o una figlia prima che a noi», sottolinea Luca, il padre di Giovanni. «Persone speciali che si sono fatte subito sorelle e fratelli nostri. E noi canteremo le note di Giovanni anche per i loro figli».
Una piazza di voci e cuori. Nel coro anche Bepi De Marzi, il prozio musicista, autore di “Signore delle cime”, con cui Giopi condivideva la grande passione per la musica. «Cerco quotidianamente, nel disperato mutare del tempo, la travolgente forza di ottimismo e di generosità che mi veniva dall’instancabile presenza affettuosa di Giovanni», dichiara. «Presenza che mi donava poesia e musica, melodie cantate e suonate, brevi racconti dei suoi viaggi in moto anche su strade e montagne lontane. E quando avevo bisogno di registrare qualcosa di nuovo, per solo coro o per voci e strumenti, mi affidavo alla competenza, alla professionalità del suo attrezzatissimo studio di registrazione arzignanese». Parole e note con cui Giovanni ha composto e cantato brani musicali, come quelli che ogni anno realizzava per l’animazione del campeggio parrocchiale, l’ultimo, “Buona notte alla valle”, composto poco prima della sua morte, ha accompagnato questa estate ogni notte i ragazzi, davanti al falò, nella preghiera della sera ed è ora una delle segnalazioni musicali dell’ufficio pastorale familiare della diocesi di Vicenza, nell’edizione di ottobre del mensile online di spiritualità e vita familiare.
In piazza anche i musicisti e i tecnici con cui Giopi ha condiviso tante esperienze e progetti musicali, come le musiche per alcuni documentari, o con cui si è esibito in locali o serate pubbliche. Artisti di cui ha curato gli arrangiamenti o prodotti brani attraverso la sua etichetta discografica MIIIM Records. E poi canteranno i suoi amici di Arzignano e Chiampo, quelli con cui condivideva i viaggi in moto tra Italia ed Europa. Altri scenderanno da Asiago, dove ricordano il rap composto da Giopi per le scuole dell’altopiano per il centenario di Mario Rigoni Stern utilizzando i testi dello scrittore sui temi della natura, della creato e della pace. Tanti giovanissimi. Tra cui gli adolescenti dei gruppi che educava alla fede in parrocchia e i loro genitori. Ma anche adulti. Come le signore del locale Cav (Centro di aiuto alla Vita) che in memoria di Giovanni hanno attivato l’adozione a distanza di un bambino nella Repubblica Democratica del Congo nell’ambito del Progetto Gemma International. E qualche persona anziana, che racconta quando Giovanni è andato a farle visita con un piccolo gruppo dei suoi ragazzi. «Si presentava con un mazzo di fiori o un dolcetto e ci chiedeva di raccontare loro come era la vita nell’Arzignano di una volta. Eravamo i protagonisti di quegli incontri», ricordano.
Cento voci unite dal bene ricevuto.
«Lo scorso anno, a poche ore dalla partenza, Giopi rispose subito con grande generosità alla richiesta di sostituire un autista, indisposto, alla guida di un pulmino carico di beni di prima necessità destinato agli sfollati ucraini in Polonia, per poi tornare con a bordo un gruppo di donne e bambini in fuga dalla guerra che avremmo ospitato in città», ricorda Paolo De Marzi del Comitato Campeggio di Arzignano.
«Possiamo sentirci consolati nel sapere che Giovanni ora sta parlando di noi a Gesù. Giovanni continua a pregare Gesù per noi e proprio per questo suo pregare, ci spinge a fare il bene», osserva don Davide Zanoni, il sacerdote che segue i gruppi giovanili dell’Unità pastorale di Arzignano.
Venerdì sera una messa per Giovanni, a 5 mesi dalla sua morte, sarà celebrata alle 19:30, nel Duomo Ognissanti di Arzignano.