«C’è un sottile filo conduttore tra le ricerche dei due artisti che, pur con linguaggi formalmente distanti e contenuti apparentemente divergenti, si collocano in una dimensione concettuale servendosi di simbolismi e geometrie per comunicare movimento, evoluzione e crescita. Scolaro, attraverso Esodo, opera materiale e statica, richiama ad un percorso di evoluzione dell’umanità; Ferri, nei suoi Paesaggi filosofici, indaga il concetto di casa come “bagaglio intimo”, perché la nostra casa siamo noi», spiegano Gaia Bertani e Nicla Ferrari.
Domenico Scolaro presenta, nel parco di Villa Verde, l’installazione Esodo: una struttura in acciaio corten dalle linee essenziali e sinuose, che evocano un cammino leggermente in salita, punteggiato da scalini e dislivelli. La pulizia delle linee e la razionalità della geometria collocano l’opera in una dimensione materiale e spirituale al tempo stesso; la struttura sembra uscire dalla terra, culla e genitrice, offrendo un punto di partenza per una migrazione che conduce verso coscienza e sapere. Se l’opera è intrappolata in un aspetto marcatamente materiale, è evidente il suo valore simbolico, accentuato dalla fenditura nella parte più elevata: un passaggio di luce che diventa rivelazione e meta da raggiungere. La specie umana dovrà trovare nuove strategie di condivisione e, solo muovendosi assieme, farsi strada.
Michele Ferri indaga le forme del paesaggio, esponendo all’interno di Villa Verde una decina di dipinti. Le sue opere colpiscono per la raffinatezza della composizione, che si avvale di diverse tecniche e linguaggi. Forme essenziali offrono all’osservatore possibili chiavi di lettura, mentre le campiture pittoriche, gli inserti a collage e alcuni segni grafici ricorrenti, che costituiscono il suo personale alfabeto, lo conducono nell’immaginario dell’artista. Case, alberi, nuvole e ruote sono gli elementi fondanti di un mondo pregno di memorie, che sembra alludere all’infanzia intesa come punto di partenza per un viaggio in un la “casa” non è più materia statica, ma quel bagaglio intimo che ci portiamo dietro nelle nostre vite nomadi.
«Anche quest’anno siamo molto orgogliosi di ospitare fuori e dentro le mura di Villa Verde opere d’arte di grande impatto. Crediamo fermamente nell’importanza di integrare l’arte nella nostra cultura aziendale e nell’offrire occasioni uniche di ispirazione e intrattenimento per tutte le persone che frequentano la struttura. Ospitare le opere di questi artisti è un’occasione per celebrare la creatività e il talento, promuovendo bellezza e diversità all’interno della clinica», dichiara il direttore generale di Villa Verde Alessandra Franzini.
Si conferma e si consolida la collaborazione tra la Casa di Cura privata polispecialistica Villa Verde di Reggio Emilia e l’associazione culturale Gommapane Lab, che da anni organizza mostre all’interno della clinica, nella convinzione che l’arte contemporanea possa favorire il processo di cura e portare sollievo a pazienti e visitatori.
La mostra, accompagnata , è visitabile liberamente negli orari di apertura della Casa di Cura.
Pittore, scultore, illustratore, musicista, Michele Ferri ha compiuto gli studi artistici e musicali a Pesaro e Urbino. Dal 1993 al 2003 ha vissuto a Parigi, dove ha iniziato la sua carriera. Espone le sue opere (dipinti, sculture, illustrazioni) in mostre personali e collettive in Italia e all’estero. Dal 2011 vive a Reggio Emilia.